Walter Fischer, Pittore e Grafico, (1911-1982)


 

 

 

 

Walter Fischer nacque il 03/04/1911 a Weissbach (in Sassonia), nella provincia di Zschopau, come secondo figlio di Max Bruno Fischer, di professione idraulico, e di sua moglie Barbara Teresa. La cittadina di Weissbach si trova a pochi chilometri in direzione sud-est di Chemnitz. La famiglia si stabilì a partire dal 1914 a Chemnitz; qui Walter Fischer frequentò dal 1917 in avanti gli 8 anni della scuola popolare e fin da subito si fa notare, (come egli stesso riferisce), per la sua predisposizione al disegno di tutto ciò che lo circonda.
Nel 1925 iniziò, secondo i propri desideri, un apprendistato da litografo presso l’Istituto Grafico-Artistico Theo Wimmer di Chemnitz.
La litografia è un procedimento di stampa su pietra. La professione del litografo oggi non esiste più. Il compito del litografo consisteva nel trasferire fedelmente la riproduzione in forma di bozza di stampa su una pietra litografica. Un litografo doveva riportare sulla pietra litografica manualmente e alla rovescia il testo e le figure da stampare. Il litografo doveva saper disegnare e possedere una buona percezione dei colori.

als Lehrling bei Theo Wimmer
W. Fischer (al centro) apprendista

Nel corso dei suoi 4 anni di apprendistato frequentò parallelamente dei corsi serali di disegno di nudi umani e ritratto. Ancora oggi esiste una copia di un suo compito d’esame: il ritratto di “Vecchio Ebreo”. Sul retro di questo lavoro è indicata la tecnica di raschiatura d’asfalto.
Al compimento del suo apprendistato rimase disoccupato a causa sia della crisi economica generale ma anche per il declino dell’arte di stampare su pietra. Durante il periodo di disoccupazione poté lavorare per breve tempo, quale collaboratore precario ed eseguire dei grafici di uso comune. Trascorse anche diversi mesi in Jugoslavia esercitando il mestiere di litografo. Nel corso dei suoi dieci anni di disoccupazione, come egli stesso afferma, fu calzolaio, barbiere e insegnante di sci e parallelamente disegnava e faceva schizzi.
Privatamente seguiva gli apprendisti della scuola professionale di Chemnitz, quale responsabile della letteratura; fu attivo nel movimento degli escursionisti e si iscrisse all’Associazione Turistica Amici della Natura. Nel 1929 entrò nella Socialdemocrazia tedesca (SPD) iniziando così l’impegno in politica.

Prüfungsarbeit als Lithograf

Ritratto “Vecchio Ebreo” Compito d'esame da litografo

 

Entrato a far parte di circoli illegali, contribuì ad aiutare molte persone perseguitate dai nazisti a passare clandestinamente la all'epoca ancora “frontiera verde” verso la Cecoslovacchia. Della sua attività artistica di questo periodo sono rimasti alcuni disegni a mano libera e alcuni motivi in formato cartolina. Nel 1939, con l’inizio della guerra, Walter Fischer venne chiamato alle armi e sulla base della sua preparazione professionale fu assegnato, cartografo, alla Divisione Ufficio Cartografia.
L' ufficio cartografia stazionava per lo più lontano dal vero fronte ed aveva il compito di aggiornare sulle carte geografiche la composizione, la posizione delle truppe combattenti e la duplicazione di queste stesse carte.
Inizialmente venne inviato in Olanda, Belgio e Francia. Proprio in Francia si arrivò presto allo scontro con il regime nazista. Si era rifiutato di usare il saluto nazista in presenza di civili francesi e per questo venne per 14 giorni imprigionato a St. Malò. Ci è rimasto un disegno a matita di uno sguardo attraverso la finestra della cella.

Cartoon ca. 1929

Caricatura dat. intorno al 1929

 

Dopo aver scontato la condanna, fu nuovamente convocato da un tribunale militare di guerra e probabilmente sarebbe stato di nuovo condannato per vari delitti: tra l’altro per aver tenuto un comportamento troppo amichevole con la popolazione civile nemica. Aveva dipinto civili francesi. Ma fortunatamente con la sua pittura e i suoi ritratti egli si era procurata qualche simpatia anche tra gli ufficiali, così la condanna venne “addolcita” con il suo trasferimento coercitivo al fronte orientale.
Nel 1942 nell’Unione Sovietica, scampò ancora una volta ad una imputazione. Aveva rifiutato la promozione a sottufficiale. Poco prima di essere di nuovo arrestato l’armata sovietica annientò tutto il Comando e in seguito a questa sconfitta l’ufficio cartografico fu abolito. Quindi, con un trasporto di sanitari, fu messo in marcia in direzione di Smolensk, infine a causa di un assideramento venne condotto in Germania. Di questo periodo esiste tutta una serie di disegni a matita ben conservati. Per lo più sono paesaggi e persone rappresentate mentre sono dedite al loro lavoro.

Bernovo

Bernovo intorno al 1942

 

Walter Fischer, dopo la sua guarigione, fu assegnato alla batteria stampatori del gruppo dell’Esercito Sud che era di stazionamento a Torri del Benaco sul lago di Garda. Il paesaggio del lago di Garda gli ispirò numerosi lavori che in parte sono ancora conservati. Videro qui la luce disegni a matita, a pastello e disegni a inchiostro di china. Esiste una foto di quest’epoca che lo ritrae mentre dipinge un abitante del luogo. Non durò a lungo e si presentarono qui gli stessi problemi che aveva avuto in Francia. Per i suoi contatti proibiti con la popolazione italiana locale, che nel frattempo a causa della caduta di Mussolini era trattata da nemica, egli si ritrovò di nuovo sotto accusa in attesa di essere trasferito a Verona per esservi processato e condannato. Intanto aveva studiato con passione l’italiano e aveva avuto i primi contatti con il Comitato di Liberazione Nazionale, cui aveva già passato materiale cartografico e altre informazioni.
Nel maggio del 1944 disertò e da questo momento partecipò attivamente alla guerra partigiana nell’Italia del Nord fino alla capitolazione delle truppe tedesche. Tutti i suoi quadri che hanno come tema questo periodo sono nati, senza eccezione alcuna, in seguito al ricordo dei fatti. Alcuni di queste opere si trovano nei musei di Chemnitz altri sono in possesso di persone private.

Portraitieren in Torri del Benaco

W. Fischer esegue un ritratto
in Torri del Benaco

 

Walter Fischer visse la capitolazione delle truppe tedesche in Italia, il 25 aprile del 1945, quando si trovava nei pressi di un paesino, Rolo nell’Emilia e Romagna. Il paese si trova sull’odierna autostrada E45 (A22) circa 40 Km a nord di Modena. Egli era già stato accolto in questo luogo una prima volta all’epoca della diserzione e aveva in programma di rimanere in Italia cercando di vivere da artista autonomo. Per fare ciò aveva bisogno di un cosiddetto “certificato” o attestato. Con l’aiuto dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) era riuscito a frequentare un corso preparatorio di lingua e storia dell’arte che era necessario per accedere ad una scuola superiore d’arte in Italia.
All’inizio del 1946 cominciò un corso di studi presso la Scuola Superiore d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena. Alla fine del semestre gli venne conferito il diploma in pittura e arti plastiche. In questi mesi soggiornò in Modena, Rolo e Fabbrico. Molte opere, in particolare ritratti di persone familiari, si trovano presso quelle famiglie che lo ospitarono e sono ben conservate ancora oggi, sebbene spesso tali opere fossero state dipinte usando come tela materiale che precedentemente era servito come imballaggio o che serviva per la produzione di sacchi.

Portait Tosca

Ritratto di Tosca, dat. 1945
(olio su tela)

 

Nel paesino di Rolo attraverso i suoi ritratti di persone appartenenti a famiglie (amiche) si guadagnò una tale stima che ancora oggi, 3 generazioni più tardi, è ben percepibile. Negli anni 1989 e 2005 gli vengono dedicate due mostre personali sulle opere e la vita. (v. appendice).
Il documento (a destra) è la fotocopia dell’attestato emesso dall’ANPI in cui certifica la sua partecipazione alla lotta partigiana. Tali documenti significavano nel 1946 la pura sopravvivenza, non solo in Italia. Molti prigionieri di guerra italiani che tornavano nel frattempo in Italia nutrivano, comprensibilmente, un odio feroce contro tutti i tedeschi ivi rimasti. Anche Walter Fischer sperimentò sulla propria pelle tale odio. Egli stesso riferisce di essere stato avvertito da suoi compagni di lotta i quali gli consigliarono, almeno temporaneamente, di abbandonare l’Italia.
Nell’autunno 1946 superò le Alpi a piedi in direzione della Germania. Una volta giunto in Germania dovette costatare con orrore le terribili condizioni in cui si trovava il paese.

ANPI Dokument

Certificato dell'ANPI

 

Nelle lettere al suo ex comandante partigiano Agostino Nasi descrive in termini drammatici le condizioni di vita in Germania e la sua ferma volontà di tornare in Italia:
“Volevo immediatamente ritornare dopo aver visto la catastrofe e la distruzione. Intanto è arrivato l’inverno ed io devo pazientare fino alla prossima primavera. Tu lo sai bene; io sono deciso a ritornare in Italia... [Gennaio 1947].
“Da quando sono ritornato qui non ho ancora potuto trovare la necessaria calma e la serenità interiore, per affrontare la vita quotidiana o per dedicarmi all' arte … Qui siamo governati da loro (i comunisti) sotto le (mentite) spoglie della democrazia. Se i vostri comunisti solo sapessero cosa significhi vivere governati e protetti “come loro dicono” dai Russi … Qui è rimasta solo la propaganda, esattamente come all’epoca dei nazisti; la stessa Fiera di Lipsia è diventata una fiera propagandistica: “il paese del piccolo Potemkin”. [Marzo 1947].
Il tentativo di ritornare in Italia nell’estate del 1947 (con moglie e figlio) fallisce. Senza documenti di riconoscimento e senza permessi viene rispedito indietro a Chemnitz nella ZOS (Zona di Occupazione Sovietica).
“Ho vagato a lungo in Baviera allungandomi fino alle Alpi senza poter andare oltre. Ma forse un giorno … [Ottobre 1947].


Wartesaal 1948 Bleistiftzeichnung

Sala d'attesa dat. 1948
disegno a matita

Walter Fischer verso la fine degli anni ’40 comincia ad arrangiarsi col sistema instaurato nella GDT (Germania Democratica Tedesca). Ex amici e compagni del Partito Socialista Tedesco (SPD) degli anni ’30 che nel frattempo sono entrati nella SED (partito del Socialismo Unitario di Germania) gli facilitano l'ingresso nell’apparato culturale della GDT. Grato per l'aiuto, egli può di nuovo attivarsi artisticamente e gode persino di una certa stima. Da autodidatta, quale era, con solo 2 semestri di studio presso una Scuola Superiore d’Arte non gli fu semplice far valere le proprie capacità artistiche accanto ad artisti già da lungo tempo affermati. Diventa membro dell’ Unione Culturale (Kulturbund). Si iscrive al partito SED e diventa temporaneamente direttore artistico della DEWAG di Dresda e della città di Karl-Marx-Stadt (già Chemnitz). Durante il periodo di residenza a Dresda conosce Lea Grundig, Gerhard Richter, Eva Schultze-Knabe und Rudolf Bergander.
La DEWAG (Società Tedesca di Pubblicità e Annunci) era una agenzia statale della GDT che si occupava di pubblicità, delle informazioni delle pubbliche affissioni e manifesti di ogni tipo. Essa aveva una succursale in ogni città capoluogo di provincia. E' stata sciolta soltanto nel 1990. Dal punto di vista legale questa Società svolgeva attività di partito e tutti i suoi averi appartenevano alla SED.
Le sue opere tipiche di questo periodo sono: “Piccolo Spettatore, Serata Danzante, Lezione al Politecnico, A Teatro”. Dal 1956 in poi è un artista autonomo e parallelamente tiene per dieci anni la presidenza dell’Associazione deli Artisti delle Arti Figurative di Karl-Marx-Stadt.

1959 Polytechnischer Unterricht

Lezione al Politecnico
dat. 1959

Dagli anni ’50 in poi espone regolarmente nelle mostre artistiche. Negli anni della cosiddetta ristrutturazione socialista della vita culturale W. Fischer viene sempre più coinvolto nella dottrina e nelle direttive emanate dal Partito Unico Socialista (SED) e dallo Stato. Egli esegue lavori per incarico di istituzioni sociali e partecipa attivamente agli sforzi della GDT di dare vita a una “cultura nazionale socialista” autonoma. Viene tenuto nel dovuto conto il suo passato di lotta antifascista; in qualità di Presidente dell’Unione (degli Artisti delle Arti Figurative) segue le idee della cosiddetta Conferenza di Bitterfelder.
… gli operai devono avere un accesso attivo all’arte e alla cultura. Si deve raggiungere il superamento dell’attuale separazione tra arte e vita e l’alienamento tra artista e il popolo; la classe operaia deve essere pienamente partecipe alla costruzione del socialismo. A tal fine sarà necessario, tra l’altro, che artisti e scrittori lavorino nelle fabbriche e gli operai li sostengano nelle loro attività artistiche. [Prima Conferenza di Bitterfelder 1959]
Fischer esperimenta adesso in molti generi e tipi delle arti figurative: pittura, disegno a mano libera, pittura murale, encausto e anche lavori plastici. Era impossibile evitare invidia e gelosie da parte di alcuni artisti “affermati”. Dopotutto egli non era nient’altro che un artista autodidatta con solo 2 semestri di studio artistico assolti per giunta in una scuola del tutto sconosciuta. Per questo motivo le opere plastiche rimangono confinate nella sfera privata. Tra le opere tipiche di questo periodo ricordiamo il quadro “Guardia di Frontiera”; una versione anteriore era anche nota col titolo “Noi proteggiamo la nostra Repubblica”.

Grenzposten

Guardia di frontiera
dat. 1963, (seconda versione)

Manifestamente fino alla metà degli anni ’60 e oltre, egli non ha più dipinto né paesaggi e nemmeno nature morte. Fedele alle direttive del partito e del governo diede forma precipuamente a persone o gruppi di persone che interagiscono nei settori lavoro e società. Per alcuni anni diresse un circolo di pittura all’interno delle Officine Fritz Heckert nella città di Karl-Marx-Stadt.
Un progetto di grandi dimensioni, risalente ai primi anni ’60 e oggi non più conservato, consisteva nel dare forma a una parete di una gradinata che portava al palcoscenico del teatro all’aperto Küchwald. Lavori simili, (oggi parimenti scomparsi), furono eseguiti nella città di Karl-Marx-Stadt per asili, scuole e poliambulatori.
W. Fischer intraprese negli anni ’60 diversi viaggi di studio fra l’altro in Bulgaria, in Usbechistan e una crociera che toccava Oslo, Helsinki e Danzica. Sotto l’ispirazione dei paesi visitati e i loro abitanti nacquero opere il cui contenuto non rispecchiava più i temi sviluppati sotto lo stimolo dell’ideologia e non riflettevano più la figura dell’uomo nuovo del socialismo. Vedono la luce studi di paesaggi e numerosi ritratti soprattutto in Usbechistan.

Freilichtbühne Küchwald

Palcoscenico all'aperto a Küchwald, 1963
(opera di grandi dimensioni: foto del 2001)

Molte opere a sfondo politico nascono per incarico di istituzioni pubbliche e sicuramente sono dovute alla sua funzione di presidente dell’ Unione degli Artisti. In questa luce e sulla tematica della guerra del Vietnam egli prende posizione netta contro gli USA in opere con chiaro intento agitatorio. A metà degli anni ’60 nascono per la prima volta disegni a matita che rispecchiano il suo passato partigiano. In questi anni funge spesso da traduttore per le delegazioni italiane. Si tratta per lo più di emissari di sindacati italiani che visitavano la GDT su invito de sindacati FDGB (Federazione dei Sindacati Democratici e Liberi) della GDT.
Il suo passato di partigiano stimola l’interesse dello scrittore chemnizzese Johannes Arnold che per incarico della casa Editrice Militare redige un libretto in cui vengono rielaborati sotto forma di prosa i giorni della diserzione dall’esercito tedesco e i mesi successivi vissuti da partigiano italiano. Il racconto appare in libreria nel 1968 col titolo “Capitano Tedesco” nella collana Fatti Reali dell’Editrice Militare Tedesca, quaderno n. 83.
Nel 1967, all’età di 56 anni, rinuncia alla presidenza dell’ Unione degli Artisti delle Arti Figurative e da questo momento in poi sarà attivo unicamente come artista autonomo.

Capitano Tedesco

Copertina del libro
Capitano Tedesco di J. Arnold

Nel 1971, in occasione del suo 60° compleanno, l’Unione Artisti delle Arti Figurative gli dedica una mostra personale nella città di Karl-Marx-Stadt. I quotidiani locali ne parlano ampiamente e si pubblica una intervista con W. Fischer. Funzionari del partito visitano la mostra e l’artista nel suo studio. Nell’intervista egli prende chiaramente distanze per se e per i suoi lavori, ribadendo la propria posizione ideologica chiara e ben definita dai lavori degli altri colleghi; i quali si rifugiano in un “disegno di ornamenti e fiori … per evitare ogni discussione e litigio di ordine ideologico”. A conclusione di questa personale il quotidiano Stampa Libera propone ai lettori una discussione sul quadro Ragazza Usbeca. Numerosi lettori si esprimono in merito talvolta anche con stranissime interpretazioni e commenti.
Accanto a opere eseguite su commissione (trittico “Guerra Contadina”) Walter Fischer negli anni ’70 riprende di nuovo a dipingere ritratti, nature morte e rappresentazione di paesaggi.

Usbekisches Mädchen

Ragazza usbeca
dat. 1965

Nel 1972 intraprende, su invito privato, un viaggio di studio in Egitto. Durante questo soggiorno di 2 mesi vedono la luce innumerevoli schizzi e impressioni su cui lavorerà fino agli inizi degli anni ’80 elaborandoli in opere di maggiori dimensioni. Accanto ai numerosi ritratti ( Sceicco dei Beduini, Giovane Fellaga, Nubiano che legge, Madonna Egizia) nascono nel corso di escursioni all’interno del paese, verso Alessandria e nel deserto libico, molte opere paesaggistiche.
Negli anni 1974- 1975 ebbe occasione di presentare 40 di queste opere: pitture a olio, ad acquerello, a pastello e disegni, in una serie di piccole mostre dal titolo “Egitto: il paese, gli abitanti” organizzate in vari paesi del circondario di Karl-Marx-Stadt.
A metà degli anni ’70 nasce un ciclo di quadri che nuovamente trattano il tema delle lotte partigiane.

Ägyptische Amdonna

Madonna egizia, dat. 1974

Nel 1977 è inaugurato a Civago, piccolo paese nell’Appennino Reggiano un monumento dedicato ai partigiani di Reggio Emilia. Su invito dell’ANPI vi parteciparono molti ex partigiani. In rappresentanza della GDT fu invitato anche Walter Fischer. Purtroppo l’organizzazione delle celebrazioni ebbe una struttura talmente ferrea che non gli fu possibile fare visita agli ex amici dalle parti di Modena e Rolo. In questa occasione fece dono all’ANPI di due quadri a pastello rappresentanti momenti della guerra partigiana. Nella rivista: DDR Revue (che ebbe anche una edizione internazionale) e in molti quotidiani con tiratura sovraregionale viene dato in seguito in tutta la GDT ampio spazio a questo incontro.
Nel 1977 Walter Fischer aveva 66 anni e come tale è già pensionato della GDT da 6 anni. Negli anni seguenti egli farà spesso tesoro della nuova libertà di viaggiare che adesso gli spettava di diritto, essendo pensionato, per visitare i parenti della RFT. Tuttavia non si poté mai realizzare una visita a Rolo, in Italia, nonostante persistessero all’epoca ancora contatti epistolari stretti con il suo ex compagno di lotta Agostino.

Partisanentreffen in der Nacht

Raduno di partigiani nella notte

La sua attività artistica è da ora in avanti unicamente di natura privata. Vedono la luce adesso i paesaggi della Slovacchia, paese che nel frattempo è diventato uno dei suoi preferiti per le sue vacanze, nature morte e ritratti. Molte delle impressioni dell’Egitto, all’epoca appena schizzate, sono adesso riprese e rielaborate in quadri di grande formato.
Nel 1981, in occasione del suo 70° compleanno la UAF (Unione Artisti Arti Figurative) gli dedica di nuovo una mostra personale, questa volta nella Galleria (Pinacoteca) Civica della città di Karl-Marx-Stadt. A tal fine è compilato un catalogo in cui trova posto una buona rappresentanza di tutte le sue opere prodotte fin qui, dati biografici e approfondite osservazioni sulla sua intera carriera artistica.
Parimenti nel 1981 è pubblicato nell’Almanacco della città di Karl-Marx-Stadt, una rivista culturale della circoscrizione, un articolo di diverse pagine con un apprezzamento della sua produzione artistica e un estratto del racconto-documentario “Capitano Tedesco” di J. Arnold.

Ausstellung 1981

Catalogo della mostra, dat. 1981

Durante un periodo di vacanza nella Slovacchia è accertata una polmonite; dopo successivi accertamenti a Karl-Marx-Stadt viene diagnosticata una malattia grave.

Dopo questa vacanza, nel settembre 1981, vedono la luce, elaborati a pastello, 4 “Paesaggi Slovacchi”. Il suo ultimo quadro risale all’aprile del 1982: è una natura morta con narcisi gialli.

Walter Fischer muore il 07-06-1982. Sarà seppellito nel Cimitero Cittadino della città di Karl-Marx-Stadt. Una Targa alla Memoria lo ricorda nel Bosco Sacro dei Socialisti del periodo della GDT.

Gelbe Blumen 1982

Narcisi gialli, dat. 1982

   

POSTSCRIPT:

In concomitanza con la presentazione di un libro di fotografie storiche di Rolo, il 10 dicembre 1989 fu inaugurata a Rolo, in Italia, una mostra di dipinti di Walter Fischer. Dipinti, paesaggi e ritratti, provenienti esclusivamente dalle collezioni di diverse famiglie di Rolo, furono raccolti ed esposti per diverse settimane.

 

Nel 2005, nell'ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario della liberazione di Rolo, fu organizzata un'altra mostra di dipinti di W. Fischer. L'amministrazione comunale di Rolo pubblicò un volantino che presentava Walter Fischer come artista e partigiano tedesco. Gli organizzatori della mostra contattarono anche le collezioni d'arte di Chemnitz e riuscirono a presentare diverse fotocopie di dipinti realizzati nella RDT.

 



Volantino della mostra

Nel 2012, gli Amici dello Schloßbergmuseum Chemnitz e.V. hanno pubblicato un libro complementare alla mostra permanente "Galleria fotografica della storia di Chemnitz". Il libro allegato mette a confronto il dipinto intitolato "Fiori per la ricostruzione", una caratteristica opera d'arte commissionata politicamente negli anni '60, con una coppia di punk che si baciano degli anni '80.

In questa mostra, il dipinto "Fiori per la ricostruzione", collocato accanto a un tipico armadietto da operaio, è attualmente l'unica opera di Walter Fischer esposta al pubblico.

Ausstellungsbild

Foto del 1960 e veduta della mostra

Blick in die Ausstellung


In occasione del 70° anniversario della liberazione dal fascismo, nel 2015, il comune di Rolo ha inaugurato un'ampia mostra che documenta la vita politica, sociale ed economica di Rolo dal 1914 al 1946.

Walter Fischer è protagonista del capitolo sulla resistenza antifascista a Rolo. Nell'elenco dei partigiani del dipartimento ALDO, è elencato con il suo nome di battaglia, "Torero", e uno dei suoi dipinti è esposto e incluso nel catalogo.

La mostra e il catalogo che la accompagna sono principalmente frutto dell'iniziativa dell'allora Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza, Daniela Camurri, che ha anche scritto la prefazione al catalogo della mostra, splendidamente illustrato.

 

Ausstellungskatalog

Catalogo della mostra 2015

Katalogseite mit Hinweisen auf W.Fischer


In occasione dell'80° anniversario della liberazione, ARTE.tv ha commissionato un documentario sul tema dei soldati disertori della Wehrmacht che si unirono ai partigiani italiani. Attraverso tre esempi individuali, il film esplora le tracce di questi soldati. Uno dei tre individui è Walter Fischer.

Il film è stato trasmesso per la prima volta su Arte.tv il 10 giugno 2025 ed è disponibile anche nella mediateca Arte fino a nuovo avviso.

Schaukasten und Bilder im Gemeindesaal

Vetrina e foto nella sala della comunità 2024

Bilder im Gemeindesaal


Per produrre il documentario, una troupe si è recata a Rolo e in altri luoghi dell'Emilia nel 2024. Il tour ha incluso visite al suo ex luogo di studio a Modena, all'Istituto Storico di Regio e a vari luoghi legati all'opera di Walter Fischer. La grande venerazione che si associa al nome di Walter Fischer in tutti i luoghi e che è ancora evidente oggi è stata notevole.
Nella piccola cittadina di Rolo, è onorato come una figura di spicco nella storia della Resistenza.

Ciò è stato particolarmente evidente durante una visita al municipio. I suoi dipinti sono esposti in modo permanente sulle pareti della sala comunale e delle stanze adiacenti. Persino nell'ufficio del sindaco è appesa una copia del famoso autoritratto, la sua ultima opera alla scuola d'arte. Si potrebbe dire che il sindaco lavori sotto l'occhio vigile di Walter Fischer.

Il municipio ospita una teca in cui, in occasione dell'80° anniversario, una sezione è dedicata alla resistenza partigiana. Anche qui, un'ampia sezione è dedicata all'opera di Walter Fischer.

Nella piccola cittadina di Rolo, Walter Fischer è praticamente famoso in tutto il mondo.

Bürgermeister und Bilder im Flur

Ritratto del sindaco e foto nel corridoio

Bilder im Flur


 

 

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